Nei giorni scorsi sono stati diffusi i dati nazionali sulla disoccupazione che a gennaio 2011 in Italia, con il 29,4%, ha raggiunto il valore più alto dal 2004. Solo Spagna (43,1%), Slovacchia (37,7%) ed Ungheria (30,5%), sono in una situazione peggiore. Anche per questo condivido l'analisi dei gruppi consiliari della maggioranza che hanno indicato il tema del lavoro come centrale per le politiche di governo della città, considerando come anche a Cesena la situazione sia oggi molto grave, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti 'lavoratori scoraggiati' ed i giovani. Lo stesso Ministro dello Sviluppo economico Romani, dichiarando come serva dare priorità alla creazione di nuovi posti di lavoro, ci indica di sviluppare un impegno specifico che, per Cesena, andrà strutturato anche verso un maggior incrocio fra domanda e offerta e verso l'impulso all'imprenditorialità giovanile.
Certo, il quadro è particolarmente complesso e investe responsabilità che travalicano le competenze degli enti locali, ma sono persuaso che anche il Comune, pur non avendo le competenze specifiche affidate dalla normativa a Regione e Provincia, possa e debba fare la sua parte, collaborando con le altre istituzioni del territorio per far fronte al problema. Non a caso, fin dall'estate scorsa l'Amministrazione comunale di Cesena ha indicato nelle politiche attive del lavoro la principale priorità del proprio impegno amministrativo e in questa direzione un primo, importante risultato è stato il Protocollo sull'inclusione lavorativa sottoscritto, nello stesso giorno del consiglio comunale aperto dedicato al lavoro, oltre che dal Comune di Cesena, dal Prefetto, dalla Provincia, dalla Direzione Provinciale del lavoro e da tutte le rappresentanze economiche e sindacali del cesenate.
Credo che dobbiamo proseguire in questa direzione, facendo gioco di squadra, per mettere a fuoco nuove soluzioni, ma anche per rendere più efficaci gli strumenti già disponibili.
Pensiamo ad esempio alla rete dei Centri per l'Impiego, sviluppati dalle Province sulla base delle specifiche funzioni a loro assegnate: nella nostra realtà provinciale ne sono presenti 3, di cui uno a Cesena, con sezioni decentrate a Bagno di Romagna e Cesenatico.
Pur a fronte di un'ampia serie di servizi rivolti sia ai cittadini sia alle aziende (spazi informativi, orientamento, tirocini, consulenze, ecc.), finora non hanno sviluppato appieno le loro potenzialità perché pagano un problema di percezione e spesso vengono considerati capaci di rispondere solo alle necessità di chi possiede una bassa scolarizzazione o una professionalità non elevata. In questo contesto, il Comune può lavorare con la Provincia, supportandola in una azione di riposizionamento dei Centri per l'impiego, progettando un'integrazione fra i servizi provinciali e comunali e studiando canali di comunicazione più immediati e diretti, anche grazie alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Creando questa integrazione di servizi, sarà più facile favorire l'incrocio fra domanda e offerta.
E' di fondamentale importanza, inoltre, poter contare su dati aggiornati relativi agli orientamenti del mercato del lavoro, in modo da fornire a chi deve scegliere il proprio percorso di studio uno strumento in più per compiere una scelta ponderata e consapevole: l'annuncio del governo di fornire tali dati a cadenza non più annuale, ma trimestrale è certo importante. Il Comune può mettere a punto i sistemi più adeguati per rendere facilmente reperibili tali informazioni da parte dei giovani, coinvolgendo in questo processo anche le associazioni di categoria e i sindacati.
Certo è più complesso l'aspetto legato allo sviluppo dell'offerta di lavoro: su di esso incidono soprattutto le politiche industriali nazionali. Ma anche in questo ambito gli enti locali possono giocare un ruolo non secondario, da un lato sostenendo la crescita di progetti innovativi da parte delle aziende già presenti nel territorio e, dall'altro, favorendo la scelta di imprese esterne di impiantare le proprie attività nel territorio comunale.
Sul fronte dell'innovazione è fondamentale promuovere un collegamento vero e continuativo fra mondo dell'impresa e quello della ricerca e dell'università. Da questo punto di vista Cesena è avvantaggiata perché ospita facoltà ad alto tasso di tecnologia e, soprattutto, è stata indicata dalla Regione come sede del tecnopolo legato all'agroalimentare: il nuovo insediamento offrirà formidabili opportunità di sviluppo e potrà - come ci auguriamo - innescare l'arrivo di investimenti e risorse strategiche in un settore che rappresenta da sempre un pilastro della nostra economia.
Anche la capacità di attrarre nuove imprese è strettamente collegata al dinamismo e all'attitudine al rinnovamento che il territorio è in grado di esprimere, e dovrà essere sostenuta da un vero e proprio marketing territoriale dedicato alle imprese alla ricerca di città in cui insediarsi.
Ma la presenza dell'università e la natura innovativa di alcune facoltà rappresenta un punto di forza anche in una prospettiva di crescita dell'imprenditorialità giovanile, specialmente in alcuni settori, come quello dei servizi avanzati, particolarmente sviluppato proprio a Cesena.
Occorre, dunque, creare le condizioni perché i giovani considerino l'avvio di un'esperienza imprenditoriale come una scelta possibile, e questo significa in primo luogo supportarli nel percorso burocratico preliminare, realizzando integrazione fra i servizi comunali (alla cui semplificazione abbiamo già messo mano), quelli offerti dalle associazioni di categoria e quelli della Camera di Commercio.
Non dimentichiamo, poi, il ruolo che possono giocare in questo contesto gli incubatori di impresa, sul quale il Consiglio comunale ha già deliberato un suo orientamento positivo. Preso atto che il modello del passato è ormai superato, oggi è opportuno pensare agli incubatori di impresa come reti dedicate di servizi, sull'esempio di quanto avviene in Piemonte, dove gli attori in gioco sono quelli portatori di maggiore know-how in termini di innovazione. Di nuovo quindi torna il rapporto sinergico con l'università (non a caso la gran parte degli incubatori di impresa piemontesi hanno fisicamente sede all'interno dei dipartimenti universitari), ma anche con le realtà della ricerca e dello start up di impresa che il territorio offre. In questa azione, è opportuno partire dai due incubatori d'impresa virtuali regionali che già hanno antenne a Cesena.
Infine, non va trascurato l'apporto che può fornire la formazione, nella sua duplice veste di strumento di preparazione per specifiche professionalità e di ponte di collegamento fra mondo della scuola e mondo dell'impresa, puntando in ogni caso a una valorizzazione degli enti presenti sul territorio e a una sempre maggiore aderenza dell'offerta formativa alle esigenze del sistema produttivo.
Insomma, pur in un quadro così difficile come quello dell'attuale congiuntura, anche nella realtà locale si possono trovare le risorse e le capacità per affrontare la sfida del lavoro, soprattutto se si riesce a mettere a sistema tutte le progettualità in campo, con una direzione di marcia concordata e definita.
Ma per farlo non basta un coordinamento 'tecnico'. Occorre una "testa pensante" in grado di progettare e sviluppare le nuove politiche del lavoro in un'ottica di coordinamento fra diversi ambiti di intervento. Coordinamento che potrà essere davvero efficace solo se sarà effettuato nel contesto di un ampio progetto di carattere politico.
A tal fine, dando oltretutto una caratterizzazione spiccatamente politica agli interventi di carattere amministrativo, ritengo opportuno valutare l'istituzione di una specifica delega assessorile al lavoro, alla quale demandare la regia politica delle azioni volte ad affrontare in modo deciso e organico il tema del lavoro giovanile.
Cordiali saluti.
Paolo Lucchi
Sindaco di Cesena
Ufficio stampa
Federica Bianchi