Descrizione
Nell’ambito di ‘Agorà Festival’, la grande piazza delle idee che a Cesena ha registrato il tutto esaurito a partire dal pomeriggio di venerdì 24 ottobre, oggi, nella sala Sozzi del palazzo del Ridotto e in piazza Almerici, è stato proposto, in collegamento, un incontro con il Cardinale Matteo Zuppi. A intervistarlo sono stati il Sindaco Enzo Lattuca e l’editore Giuseppe Laterza, che si è fatto portavoce delle domande rivolte al presule dai relatori intervenuti nei tre giorni del festival al Teatro ‘A. Bonci’, in Biblioteca Malatestiana e al Ridotto.
La prima domanda del Sindaco ha riguardato il tema dell’incontro, la pace: “Nella storia e talvolta ancora oggi abbiamo sentito parlare delle cosiddette guerre di religione, o comunque di guerre e conflitti che hanno come elemento preponderante le religioni. Queste sono un pretesto per conflitti di controllo o esiste nelle religioni anche un elemento che può essere interpretato in chiave violenta nei confronti degli altri?”. La risposta del Cardinale Zuppi: “La guerra è tragica, disumana. Cercare la pace significa porre domande severe che aprono gli occhi. Cercare la pace è roba da gente seria. La guerra è una bestemmia. Tutte le religioni sono spesso utilizzate per altro e vengono usate per istigare guerre e violenze: è fondamentale dunque il dialogo tra le religioni. Nel 1986 papa Giovanni Paolo II convocò tutti i grandi capi religiosi per pregare insieme per la pace, perché Dio è un Dio di pace. Bisogna essere motivo di pace e non di guerra, e non giustificare mai la guerra in nome di Dio. Dobbiamo risolvere le cause della guerra e togliere la giustificazione di Dio è già qualcosa”.
L’editore Laterza ha poi portato le domande dei vari relatori: Alessandro Barbero, Innocenzo Cipolletta, Tommaso Greco (secondo cui “la guerra non è una condizione normale ma lo è la pace”), Michela Ponzani e Anna Foa. Nel suo intervento, il Cardinale ha ricordato l’Articolo 11 della Costituzione, molto ispirato al Vangelo e alle radici cristiane. “Incredibilmente – ha aggiunto – non ripudiamo la guerra ma pensiamo che, se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la guerra. In realtà, se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la pace. Questo si traduce nella capacità di applicare il diritto. Dobbiamo dotarci di strumenti: lo disse Paolo VI alle Nazioni Unite sessant’anni fa. Dopo sessant’anni forse dovremmo preoccuparci di più”. Alla domanda su che atteggiamento avere nei confronti dei prepotenti, Zuppi ha risposto: “I nemici dobbiamo amarli, almeno chi è cristiano. Perché ce lo ha detto Gesù. Come si fa ad amare i nemici? Vedendoli come confratelli. Capire che l’altro è sempre un confratello. Dio dice a Caino: “Attento all’istinto, perché se tu non lo domini, ti domina”. Nell’istinto Caino non vede più Abele ma il nemico di cui è geloso. Quello diventa un nemico e non un uomo. È il motivo per cui si continua ad ammazzare”.
In relazione al dolore di chi commette crimini, il Cardinale ha aggiunto: “Quel dolore spesso è offuscato dalla droga dell’ideologia, dall’adrenalina della guerra e dalla sopravvivenza. Poi viene fuori attraverso gli incubi. Possiamo pure addormentare la coscienza, ma qualche morso, qualche agitazione arriva. La violenza ti si ritorce contro”.