Descrizione
Domani, sabato 18 ottobre, si celebra la XIX Giornata europea contro la tratta di esseri umani, istituita dalla Commissione Europea nel 2006 per sensibilizzare cittadini e istituzioni su un fenomeno criminale che continua a colpire persone vulnerabili in tutto il mondo. Quest’anno la ricorrenza assume un significato particolare: ricorrono infatti i 25 anni del Sistema Antitratta italiano, un quarto di secolo di azioni concrete per contrastare lo sfruttamento e restituire dignità alle vittime.
“La tratta di esseri umani – commenta l’Assessora ai Servizi per la Persona e la Famiglia Carmelina Labruzzo – è un crimine complesso e multiforme che comprende sfruttamento lavorativo e sessuale, accattonaggio coatto, matrimoni forzati e coinvolgimento in economie criminali. Dietro ogni numero ci sono uomini, donne e persone transessuali la cui libertà e dignità vengono calpestate da reti criminali organizzate. Dal 1998 l’Italia ha costruito, in collaborazione con l’Unione Europea, un sistema nazionale di contrasto alla tratta finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità. Attraverso una rete capillare di progetti territoriali, vengono garantite azioni di emersione, protezione, assistenza e inclusione sociale. Anche la nostra città e i Comuni aderenti all’Unione Valle del Savio – prosegue l’Assessora – svolgono un ruolo attivo in questa battaglia civile attraverso il progetto ‘Oltre la strada’, promosso dalla Regione Emilia-Romagna e gestito dall’ASP Cesena/Valle Savio. Negli ultimi dieci anni, sul territorio sono state prese in carico oltre 200 vittime di tratta. Attualmente sono 12 le persone inserite nei programmi di protezione e inclusione, con altre 15 situazioni in valutazione. Il progetto si fonda su una rete integrata che coinvolge associazioni locali, sindacati e servizi pubblici, dimostrando che solo un approccio condiviso può contrastare con efficacia la tratta e lo sfruttamento”.
“La dignità di ogni persona – commenta il Presidente di Asp Cesena/Valle Savio Andrea Pullini – non può essere violata. Per questa ragione l’accoglienza di queste persone è per noi una mission primaria e lo è per gli stessi operatori di Asp che da sempre riservano grande attenzione alle persone ‘oggetto’ sfruttate in modo disumano e private della loro libertà”.
I dati degli ultimi dieci anni, a livello nazionale, testimoniano l’efficacia di questo impegno: oltre 22.500 vittime identificate; più di 8.000 persone hanno intrapreso percorsi di assistenza e integrazione, ricostruendo una nuova vita libera dallo sfruttamento.