Descrizione
Oggi, in occasione del 79esimo anniversario dalla nascita della Repubblica italiana, la città di Cesena si è data appuntamento ai Giardini pubblici per prendere parte al tradizionale concerto della banda cittadina, quest’anno impreziosito dalla voce del tenore Alessandro Moccia. L’esecuzione dei brani è stata preceduta dall'intervento del sindaco Enzo Lattuca che, ripercorrendo questi 79 anni di vita e di storia della Repubblica italiana, si è soffermato sull’importanza del diritto di voto.
“Sono passati 79 anni da quel 2 giugno del 1946 – ha detto il Sindaco – dopo vent’anni di dittatura fascista, dopo l’occupazione, dopo la devastazione della Seconda guerra mondiale, l’Italia fu chiamata a scegliere tra monarchia o Repubblica. E scelse la Repubblica. Una scelta chiara a livello nazionale, ma in questo territorio fu ancora più netta: tra Ravenna e Cesena si registrò la percentuale più alta d’Italia a favore della Repubblica. A Cesena, in particolare, si superò il 91%: un record di cui andiamo orgogliosi. Questa scelta si tradusse anche nei risultati delle elezioni per l’Assemblea Costituente: il Partito Comunista superò il 30%, seguito dal Partito Repubblicano, e poi dalla Democrazia Cristiana. Vi era un ampio fronte di cittadini e forze politiche che seppero dare vita a un patto solido, il cui frutto è il testo della nostra Costituzione. Una Costituzione che fa della nostra Repubblica una Repubblica democratica”.
“Uno dei principi fondamentali su cui si fonda la Repubblica italiana – ha proseguito il Sindaco – è proprio il principio democratico, che si concretizzò il 2 giugno 1946 con il suffragio universale diretto: tutti i cittadini, donne e uomini, ebbero finalmente diritto di votate. Fu un passaggio storico, accolto dagli elettori con grande senso di responsabilità. A Cesena, l’affluenza superò il 95%. Era la prima volta che si votava e nessuno, o quasi, volle rinunciare a quel diritto”.
“Nella storia della Repubblica – ha riflettuto poi – molte cose sono cambiate, tra queste anche l’affezione al voto. Oggi, ad ogni tornata elettorale, ci interroghiamo sul perché l’affluenza non sia più così alta. In occasione del 2 giugno di 79 anni fa votarono nella quasi totalità perché per vent’anni i diritti erano stati negati e perché si sentiva che quella scelta avrebbe cambiato davvero il corso della storia. A questo proposito, credo sia importante riflettere sul diritto di voto, che è anche un dovere civico, così come definito dall’articolo 48 della Costituzione. Non si tratta di un obbligo giuridico – dal 1993 non sono previste sanzioni per chi non vota – ma di un dovere morale e civile. È parte integrante di ciò che dobbiamo sentire nostro come cittadini”.
“È altrettanto importante non invitare alla diserzione delle urne come strumento per poter condizionare l’esito delle elezioni o dei referendum abrogativi. Esiste, nel Testo unico delle leggi elettorali, un articolo, il 98, che configura come reato l’induzione all’astensione da parte di figure pubbliche: sindaci, ministri di culto, funzionari pubblici. L’astensione in sé è legittima, ma indurre i cittadini a non votare è vietato, e può comportare conseguenze gravi, persino la reclusione”.
“Purtroppo – ha continuato il Sindaco Lattuca – anche da posizioni istituzionali molto elevate, si è sentito l’invito all’astensione. Ma non è corretto. Non è corretto indurre altri a non votare, così come non è corretto usare l’astensione come uno strumento di voto. Il diritto di voto ha quattro caratteristiche fondamentali: è personale (non possiamo delegarlo), libero (non può essere condizionato), uguale (il voto di ciascuno vale allo stesso modo) e segreto. Se sommiamo in modo strumentale e scorretto l’astensione di chi è disinteressato a quella di chi intende boicottare, creiamo una distorsione profonda del senso democratico del voto”.
“Per tutte queste ragioni, proprio oggi, nel giorno della Festa della Repubblica, che grazie anche alla scelta netta e coraggiosa di questa terra ha visto nascere una nuova Italia, dobbiamo ricordarci quanto sia importante il diritto di voto. Viva la Repubblica. Viva la democrazia. Viva il diritto di voto”, ha concluso.