Cos'è
Si rinnova una tradizione recente. La Scuola Estiva di Filosofia della Fisica dell’Università di Urbino, inaugurata nel 1998 e giunta alla ventottesima edizione, si è svolta per le prime venti edizioni a Cesena. Dal 2017, trasferita a Urbino e rivolta ad una partecipazione più specialistica (in lingua inglese e ristretta a ricercatori specialisti), la Scuola ha mantenuto nella città malatestiana una significativa iniziativa: un Processo con alla sbarra un imputato – un concetto, un’ipotesi, una teoria –, uno staff di avvocati difensori, un’accusa, un giudice e un pubblico osservatore ma anche interlocutore. Si tratta di un modalità che genera una contrapposizione tra opinioni diverse, un vivace dibattito, ma offre anche l’opportunità di un approfondimento importante, anche per la verifica della sostenibilità delle tesi sostenute da ciascuno. Non a caso l’aggettivo che specifica la natura del Processo è ‘popolare’: Processo popolare.
Quest’anno la Scuola, organizzata dal Dipartimento di Scienze Pure e Applicate – Corso di Laurea Magistrale in Filosofia dell’Informazione Teoria e Gestione della Conoscenza e dal CIRFIS dello stesso Ateneo, è dedicata ad un tema che divide gli studiosi della disciplina, i fisici e i filosofi della scienza, e che riguarda i rapporti tra le due più importanti teorie fisiche del Novecento, la quantistica e la relatività generale: Il caso della gravità quantistica. Si può fare fisica senza esperimenti? Così divisiva che la conclusione migliore per un confronto tra studiosi è il Processo che si terrà a Cesena venerdì 30 maggio alle ore 17:00 nella Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana.
“Sappiamo bene – commenta Vincenzo Fano, Ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso l’Università di Urbino e Direttore del CIRFIS – che meccanica quantistica e relatività generale non vanno d’accordo. Sono le due teorie più confermate e più complesse che la mente umana abbia mai concepito, ma non sono conciliabili. Il luogo in cui cozzano è o quando la materia diventa piccolissima o quando la gravità diventa grandissima, cioè alla scala di Planck e nei buchi neri. Fare esperimenti a questi regimi è impossibile. In passato la fisica è sempre stata guidata dai dati sperimentali. Come possiamo oggi trovare una teoria che metta insieme la relatività e quanti quasi senza dati sperimentali? Ci stanno provando in molti, compreso il nostro Carlo Rovelli. Ci sono tante ipotesi sul tavolo. È possibile stabilire chi ha ragione? Esiste la possibilità di fare scienza con pochi o pochissimi dati sperimentali? Di questo discuteremo a Cesena venerdì prossimo in un processo epistemologico alla gravità quantistica”.
All’evento partecipano filosofi e fisici: il Giudice, Mario Alai, dovrà valutare e decidere tra le opposte ragioni dell’Accusa, affidata a Vincenzo Fano e Niccolò Covoni, e la Difesa, sostenuta da Mario Sanchioni e Enrico Cinti, mentre starà al pubblico decretare il successo dell’una o dell’altra tesi e della stessa iniziativa che rientra in un Programma, sostenuto dal Comune di Cesena – Assessorato alla Cultura e dall’Università di Urbino per il rilancio a Cesena delle attività attorno alla fisica, alla sua storia e alla sua filosofia che in anni passati ebbero costante rilievo internazionale e che oggi trovano nuova linfa per il sostegno appassionato dell’Assessore Camillo Acerbi.
L’appuntamento successivo sarà il 4 e il 5 ottobre, con un incontro nazionale promosso per ricordare il 40esimo anniversario del convegno sul Paradosso della Realtà Fisica del 1985, su Niels Bohr e il Paradosso di EPR sostenuto da Albert Einstein, in occasione del quale sarà presentato anche uno studio sul ruolo di Cesena nello sviluppo delle ricerche sui Fondamenti della Fisica contemporanea nonché il libro drammaturgico ‘Al Cabaret quantistico’ di Franco Pollini e Gino Tarozzi, con letture dal testo di Gabriele Marchesini, Roberto Mercadini e Raffaella Marotti.