Centri estivi, l’Assessora alla Scuola e ai Servizi per l’infanzia risponde alla lettera di una mamma docente

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Con riferimento alla lettera pubblica relativamente a una presunta esclusione nei confronti degli insegnanti nella fase di inserimento dei figli nei centri estivi comunali

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03 Giugno 2025

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Con riferimento alla lettera pubblica relativamente a una presunta esclusione nei confronti degli insegnanti nella fase di inserimento dei figli nei centri estivi comunali 0–6 anni, l’Amministrazione comunale di Cesena ritiene doveroso fare chiarezza su alcuni punti fondamentali.

 

“I centri estivi – commenta l’Assessora alla Scuola e ai Servizi per l’infanzia Maria Elena Baredi – sono un servizio indispensabile per moltissime famiglie, lo sono in riferimento alla stagione estiva, ovvero con riferimento alle settimane di sospensione dell’attività didattica, ma anche in relazione alla necessità per i genitori di conciliare impegni professionali con la vita familiare. Non a caso, con lo scopo di rispondere a questo bisogno, la città mette a disposizione numerose tipologie di servizi e diverse opzioni di centri estivi, anche tematici. È questa una premessa che riteniamo fondamentale, oltre che necessaria, per rispondere a quanto scritto da una mamma in merito alla non ammissione dei propri figli”.

 

“In relazione all’accesso ai centri estivi – prosegue l’Assessora – la normativa in vigore prevede che sia riservato ai figli di genitori lavoratori, in cui entrambi o l’unico genitore esercitino attività lavorativa nel periodo interessato dal servizio. Questa misura è stata adottata per assicurare priorità a quelle famiglie che, non avendo altre soluzioni di conciliazione, necessitano concretamente del servizio proposto. Tuttavia, come indicato dalla mamma che firma la lettera pubblicata da alcuni organi di informazione e come appurato da me stessa considerato che lavoro come maestra da molti anni, nei periodi di sospensione delle lezioni i docenti possono essere impegnati in attività funzionali all’insegnamento, secondo quanto previsto dal piano annuale delle attività, deliberato dal collegio dei docenti. Tali attività includono: consigli di classe (fino a un massimo di 40 ore annue); scrutini, esami e attività connesse; collegi docenti e attività di programmazione/verifica (fino a 40 ore annue); eventuali attività di aggiornamento e attività aggiuntive su base volontaria”.

 

“È quindi evidente che, in assenza di tali impegni pianificati e formalizzati, la semplice ‘reperibilità’ del docente non rappresenta un’attività lavorativa in senso giuridico né amministrativo. In tal caso, il/la docente non risulta a tutti gli effetti in servizio. Tutti i richiedenti il servizio devono presentare una dichiarazione attestante l’attività lavorativa nel periodo richiesto. Gli uffici comunali procedono alla verifica di tali dichiarazioni, chiedendo conferma al datore di lavoro, come previsto dal regolamento”.

 

“I/le docenti che hanno presentato dichiarazione del dirigente scolastico attestante la loro presenza a scuola (intero mese di luglio o parte di esso) per attività programmate e approvate, hanno ottenuto regolarmente il posto al centro estivo. Parimenti, i/le docenti che hanno dichiarato lo svolgimento di un’attività lavorativa estiva, assumendosene la piena responsabilità, e consapevoli delle restrizioni sul doppio lavoro per i dipendenti pubblici, sono stati ammessi al servizio”.

 

“Nel caso specifico, la mamma che firma usufruirà delle proprie legittime ferie nel mese di agosto. Tuttavia, nel mese di luglio, non essendo impegnata in attività lavorative né scolastiche formalmente riconosciute, la sua richiesta si configura come non prioritaria rispetto a quella di altri genitori lavoratori – impiegati nei settori produttivi, nei servizi, nell’agricoltura, negli uffici – che necessitano del servizio per poter continuare a lavorare durante l’estate”.

 

“Non si tratta, dunque, di una mera esclusione, bensì dell’applicazione di criteri oggettivi, trasparenti e uguali per tutti, finalizzati a garantire il diritto al servizio a chi effettivamente lavora durante il periodo di erogazione del centro estivo. Se fossimo nelle condizioni di soddisfare tutte le richieste, lo faremmo senz’altro; tuttavia, l’adozione di criteri – e non certo di discriminazioni, termine utilizzato impropriamente nella lettera – si rende necessaria anche perché se accogliessimo la domanda degli insegnanti toglieremmo il posto alle famiglie che hanno più diritto. La città, come già detto, mette a disposizione numerose altre tipologie di servizi e diverse opzioni di centri estivi, anche tematici, a cui poter fare riferimento. Rimaniamo comunque disponibili per qualsiasi ulteriore confronto in presenza su questo tema”, conclude l’Assessora Baredi.

Ultimo aggiornamento: 03/06/2025, 17:06

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